martedì 21 dicembre 2010

Yule

Yule, dall'antico geol che indica i due mesi di mezzo inverno è il termine scelto nel 1974 da Aidan A. Kelly per creare la festa neopagana del solstizio d'inverno, la notte più lunga dell'anno in cui il buio sovrasta nella sua massima espansione la luce, regna sovrano e all'apice del suo trionfo inizia, nei giorni seguenti, a cedere lentamente spazio alla luce.


Yule va a rppresentare il giorno del passaggio dalla fase calante dell'anno a quella crescente in cui nella tradizione medievale " Il Re Quercia " si scontra con " Il Re Agrifoglio " e lo spodesta per assicurarsi i successivi sei mesi di regno.
Il giorno in cui il sole vecchio muore e rinasce all'alba come sole bambino partorito dall'utero di Madre Terra.


Per festeggiare questa rinascita, 9 giorni prima del solstizio si dipinge d'oro un ramo secco di quercia - rovere o frassino, si appende sull'uscio delle case e vicino si pongono delle strisce di carta rossa su cui chiunque entra nell'abitazione scrive i propri desideri, le strisce vengono poi attaccate con un nastrino al ramo e quando, nel giorno del solstizio d'inverno per seguire la credenza che il simile chiama simile, viene acceso il fuoco nei campi e nelle case per incoraggiare e sostenere, nel momento della sua più grande fragilità, la rinascita del sole, il ramo viene messo ad ardere e i desideri bruciando volano in alto per essere ascoltati ed esauditi dalle forze dell'universo, l'accensione del fuoco è fatta con una candela che gli uomini portano alle donne che aspettano la luce avvolte nell'oscurità.
Un ceppo di quercia, raccolto nel terreno del padrone di casa o offerto in dono da qualche amico, ma mai comprato e adornato con piccoli rametti di agrifoglio, bagnato con birra, cedro e spolverato con la farina che simboleggia la consapevolezza del trionfo della rinascita, viene posto sul fuoco per tutta la notte e dal modo in cui arde si traggono presagi per il futuro, deve poi giacere sotto la cenere per 12 giorni fino alla cerimonia rituale in cui il fuoco viene spento e un pezzettino di ceppo viene prelevato e conservato per accendere quello nuovo nell'anno successivo.
La casa viene decorata con l'oloaiacet ovvero il vischio, simbolo della vita che supera la morte, pianta considerata sacra, discesa dal cielo, con proprietà magiche acquisite dagli alberi, colpiti dalla folgore degli dei, sui quali cresce senza toccare terra.

" I Druidi non hanno nulla di più sacro del vischio e dell’albero che lo porta, purché sia un rovere... Essi pensano infatti che tutto ciò che spunta su tale albero sia inviato dal cielo e vi vedono un segno dell’elezione dell’albero da parte della divinità stessa.
Ma è raro trovare il vischio di rovere e, quando lo si trova, lo si raccoglie durante una cerimonia religiosa, il sesto giorno di Luna, che presso di loro segna l’inizio dei mesi, degli anni, e dei loro secoli di trent’anni, e si sceglie quel giorno perché la Luna ha già una forza considerevole, senza essere ancora a metà della sua corsa. Essi lo chiamano nella loro lingua "colui che guarisce tutto" . Dopo aver apprestato secondo il rituale il sacrificio e il banchetto ai piedi dell'albero, fanno avvicinare due tori bianchi ai quali per la prima volta vengono legate le corna "


Historia Naturalis - XVI - 45
Plinio il Vecchio

I Druidi vestiti con le tuniche bianche, scalzi e non contaminati dal cibo lo tagliavano nel sesto giorno di luna piena, con una piccola falce d'oro, si creava così il connubio perfetto tra il sole, rappresentato dal colore della falce, e la luna, rappresentata dalle bacche perlate del vischio, i rami venivano avvolti in un candido manto bianco per poi esser posti in una conca d'oro piena d'acqua che veniva distribuita al popolo per preservarsi o curarsi dalle malattie.

" Ritengono che il vischio, preso in pozione, dia la capacità di riprodursi a qualunque animale sterile e che sia un rimedio contro tutti i veleni: così grande è la devozione che certi popoli rivolgono a cose per lo più prive d'importanza "

Plinio il Vecchio

Dal libro "Jul, disting och förkyrklig tideräkning: Kalendrar och kalendariska riter i det förkristna Norden Kungl", di Andreas Nordberg, professore della Stockholm University-Dipartimento di Etnologia, Storia delle Religioni e Studi di Genere, sappiamo che: " La festa pre-cristiana di Yule si verificava alla prima luna piena dopo la prima luna nuova dopo il solstizio d'inverno..." ovvero la terza dall'inizio dell'anno, per cui il solstizio d'inverno non era la festa di Yule, ma semplicemente lo strumento che aiutava a determinarne la data.




Sacrificio del solstizio d'inverno
1915
Carl Larsson
Museo Nazionale di Stoccolma

Chiunque voglia conoscere la controparte discendente di Yule clicchi su Litha

Per ulteriori informazioni


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8 commenti:

  1. Tradizioni straordinarie...
    E noi, Sciarada, cosa tramandiamo ai posteri?

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  2. Buon giorno !
    Very good explanations Sciarada !
    I hate the long nights.
    After Christmas the nigts will be shorter and the days longer.

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  3. Ciao Sciarada...
    ho un piccolo pensiero di Yule per te:
    - http://www.youtube.com/watch?v=DGfBwWrNOic&mode=related&search=
    - http://www.youtube.com/watch?v=7iN34CUBfXU&feature=related

    Spero che ti sia gradito....
    a presto,
    Ziamame

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  4. Ici on trouve beaucoup plus de traditions que dans la fête de Noël qui est devenue très commerciale ces dernières années.

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  5. Che interessante questo post! Grazie per farci imparare sempre tante cose! Buon Natale di cuore per te!

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  6. Che meraviglia le tradizioni. Questa non la conoscevo, mi ha fatto piacere apprenderla.

    P.S. Originale la versione gospel di I wish a merry Christmas!

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  7. Tradizioni, miti e leggende soprattutto celtiche hanno un fascino particolare che io sento molto, lontano dall'aridità dei nostri giorni, dove le tradizioni sono diventate un mezzo di commercializzazione dei prodotti più svariati.
    Grazie Sciarada della tua visita e dei tuoi commenti. Anch'io insieme con gli altri ti auguro Buon Natale e Buon Anno con un grande abbraccio da parte mia.

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  8. ...non ero a conoscenza di quanto il 'vischio' avesse tanta considerazione storica...grazie Sciarada per averci donato anche questa perla di 'sapere' ...mi associo ai tuoi amici e ti auguro Buon Natale e felice anno nuovo...

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